A cura di

Bianca Pestelli

Immagini di

Atletico San Lorenzo, Bianca Pestelli


☝🏻 Condividi se ti è piaciuto!

Nel cuore di San Lorenzo, un quartiere che porta impressi i segni della sua storia operaia e della sua resistenza antifascista, prende vita una delle realtà più emblematiche del panorama sportivo italiano: l’Atletico San Lorenzo. Fondata nel 2013, la polisportiva è molto più di un semplice centro per praticare varie discipline e attività fisica. È un luogo di incontro, un motore di cambiamento culturale e sociale che incarna con forza i valori di inclusività e solidarietà, diventando un simbolo di coesione per il quartiere e oltre.

Lo sport come motore di coesione sociale

L’Atletico San Lorenzo nasce da un quartiere con una lunga tradizione popolare e antifascista. Lo stesso stemma della polisportiva, che richiama i martelli su una ruota dentata e le mura di Porta Tiburtina, riflette questi valori fondanti. La scelta di un azionariato popolare e di un modello organizzativo basato sull’autofinanziamento rafforza il legame con la comunità locale, promuovendo uno sport accessibile a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche.

Oltre alle attività sportive – calcio maschile e femminile, basket e pallavolo mista, tra le altre – l’Atletico offre iniziative culturali e sociali. La Casa della Socialità, inaugurata nel 2023 in collaborazione con l’Anpi, è un esempio tangibile: un luogo di incontro aperto a tutto il quartiere, con un’aula studio, uno spazio co-working e una sala per eventi culturali.

Una visione inclusiva dello sport

Come racconta Valentina Cittadini, dirigente del settore giovanile, l’Atletico ha adottato un modello di sport che “mette al centro il percorso comune più che il risultato individuale”. Alla domanda su cosa l’abbia spinta ad avvicinarsi a questa realtà, risponde: “Sebbene oggi viva a San Lorenzo, sono nata alla Garbatella, dove ho sempre partecipato attivamente alla vita politica, soprattutto all’interno del centro sociale “La Strada”. Quando mi sono trasferita a San Lorenzo, per amore, ho trovato nell’Atletico un luogo che incarnava perfettamente le mie grandi passioni: il calcio, la politica e la socialità. Non è stata una scelta, ma una destinazione naturale”.

Oggi, Cittadini ricopre diversi ruoli all’interno dell’Atletico: “Sono dirigente della squadra under 15, referente del settore giovanile e faccio parte del gruppo di gestione. Un percorso iniziato con un semplice desiderio di dare una mano, ma nel tempo è diventato qualcosa di più: una vera e propria appartenenza, frutto di un impegno sempre maggiore e di un forte legame con la polisportiva”.

Un approccio che si traduce in squadre che accolgono atleti di ogni provenienza e condizione sociale, favorendo l’integrazione e la convivenza. “Trasmettiamo una visione dello sport dove il passo lo dà l’ultimo della fila”, sottolinea Cittadini, evidenziando il forte impegno verso i giovani in situazioni di fragilità. “Ci battiamo per uno sport popolare, aperto a tutti, con prezzi accessibili e gratuità per chi ne ha bisogno. Durante il covid, ad esempio, abbiamo partecipato alla preparazione e consegna di pasti per i migranti del Baobab e supportato famiglie in difficoltà”. Iniziative e azioni che vanno ben oltre il campo da gioco.

Gaia Mauri, storica giocatrice della squadra femminile di calcio a 5, racconta: “Faccio parte dell’Atletico San Lorenzo praticamente dall’inizio. Sono arrivata nel 2013, quando è nata la squadra femminile di calcio a 5. Prima di allora, erano già attive figure come Angela e i bambini, che ancora oggi rappresentano il nucleo storico della polisportiva e continuano a scriverne la storia insieme a me”.

Riflettendo sul significato di essere parte di questa squadra, Mauri sottolinea: “La differenza principale è stata il motivo per cui ho scelto l’Atletico: questa polisportiva non è come le altre squadre in cui ero stata. I valori di antifascismo, antisessismo e antirazzismo, che erano e sono ancora oggi al centro di questa realtà, sono ciò che mi ha fatto sentire subito a casa. Dal punto di vista umano, ho trovato un gruppo straordinario, con cui ho legato fin da subito, sia in campo che fuori. Condividiamo gli stessi valori e combattiamo insieme, non solo sul rettangolo di gioco ma anche nelle lotte sociali e politiche”.

Mauri aggiunge, inoltre: “Indossare la maglia rossoblù significa rappresentare qualcosa di più grande: la storia e i valori di San Lorenzo. Un aspetto che diventa particolarmente evidente quando giochiamo in provincia, specialmente a Latina, dove spesso incontriamo squadre che si dichiarano apertamente fasciste. In quei momenti, lo scontro va oltre il livello sportivo, è uno scontro di ideali”.

L’impegno politico e culturale

Le iniziative dell’Atletico vanno ben oltre il campo da gioco. Tra queste, il torneo “Finché vita non ci separi” – che si tiene ogni 19 luglio per commemorare i bombardamenti del 1943 sul quartiere – rappresenta un esempio emblematico di come lo sport possa intrecciarsi con la memoria storica e la lotta per i diritti civili. Giulia Borghi, cestista rossoblù e portavoce del progetto, racconta: “Il torneo è nato circa otto anni fa. Inizialmente era legato principalmente al tema della violenza sulle donne e al femminicidio. Ma il legame storico di San Lorenzo con la Resistenza partigiana e la presenza al torneo di figure come Tina Costa, all’epoca vicepresidente vicaria dell’Anpi di Roma, ha dato anche una decisa impronta antifascista. È uno spazio che intreccia gioco, memoria e rivendicazione politica”.

Proseguendo, Borghi aggiunge: “Con il tempo, il torneo si è evoluto, includendo collaborazioni con centri antiviolenza e organizzazioni di persone trans, ponendo un accento sempre maggiore sull’accessibilità allo sport. Questa trasformazione l’ha reso un progetto di lotta intersezionale, che non solo accoglie donne cisgender, ma anche persone trans, non binarie e intersex, creando uno spazio dove questi corpi spesso marginalizzati possono trovare visibilità e riconoscimento”.

Borghi conclude sottolineando il valore del lavoro collettivo: “Ogni anno la partecipazione cresce e si diversifica, con sempre più persone che vedono in questo torneo non solo un evento sportivo, ma un momento di riflessione e di condivisione. È un modo per dimostrare che lo sport può essere uno strumento potente di inclusione e trasformazione sociale”.

Progetti che trasformano il quartiere

L’Atletico è protagonista di una vasta gamma di progetti socio-sportivi, dal sostegno a giovani provenienti da contesti difficili al contrasto della violenza di genere. Iniziative come “Diritto allo Sport” e “Belle Forti” promuovono inclusione e parità di genere, mentre la campagna “We Want to Play” ha contribuito a modificare norme federali per consentire il tesseramento di giovani migranti senza permesso di soggiorno.

Un modello replicabile

Insomma, non si parla solo di una polisportiva. L’Atletico è un esempio concreto di come lo sport possa essere un motore di cambiamento sociale. Con oltre 600 soci e 26 nazionalità rappresentate, è una realtà che dimostra che un altro sport è possibile: uno sport che unisce e rigenera, che resiste alle logiche di mercato e che trasforma le periferie urbane in luoghi di inclusione e coesione.

Un quartiere in fermento e in continuo cambiamento come San Lorenzo rappresenta un laboratorio attuale per dinamiche urbane trasversali, presenti in gran parte delle città contemporanee. Casi come quello dell’Atletico San Lorenzo forniscono un virtuoso modello, estraneo alle logiche di mero profitto proprie di gran parte del mondo sportivo, e una possibile alternativa a città omologate, turistificate e gentrificate. Dove il contatto e il legame con il territorio e la comunità che lo attraversa e abita sia motore di resilienza urbana, un indicatore per un futuro sostenibile, collettivo e sociale.

Lascia un commento

Torna in alto