Arte
Michelangelo, il Giappone e la Pop Art
Come Katsu Ishida e Yuki Harada hanno fatto dell’arte un incontro di culture
A cura di
Nicolò Guelfi
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Oriente e Occidente s’incontrano a metà strada, in Toscana. Sabato 19 ottobre 2024 nel Museo Casa Natale di Michelangelo, nel Comune di Caprese (provincia di Arezzo), è stata presentata la mostra “Solo X 2” degli artisti Katsu Ishida e Yuki Harada, giunti in Italia direttamente da Osaka.
Entrambi gli autori sono esponenti della nuova corrente pittorica del Sol Levante nota come “Neja-ismo”, un movimento pittorico inedito, profondamente radicato nella tradizione nipponica (vedi l’uso della carta di riso) ma con uno sguardo innovativo, il quale punta a gettare le basi di un ponte tra l’Ukiyo-e del Giappone e la Pop Art degli Stati Uniti.
Solo x 2, due monologhi che s’incrociano
“Solo X 2” è un progetto artistico che tiene fede al suo nome. Si tratta in effetti di una vera personale condivisa, come due monologhi che riempiono i rispettivi spazi vuoti. Le sale del Palazzo Clusini, sito nel Castello di Caprese Michelangelo, diventano teatro di una singolare sinfonia che intreccia opere della scultura contemporanea italiana (la collezione donata dal professor Enrico Guidoni) con la pittura nipponica.
Al primo piano il Maestro Ishida, legato al piccolo Comune toscano sin dalla sua prima mostra nel 2014, propone una propria personale visione pittorica, fatta di immagini che racchiudono l’angoscia e l’alienazione dell’autore. Uno sguardo che scruta dentro l’anima e guarda in faccia la società che ci circonda. Un tratto angoscioso, tremolante, che ricorda quello di alcuni mangaka del mondo del fumetto Seinen. I volti delle opere di Hishida rievocano alcune tavole di Berserk, capolavoro del sensei Kentaro Miura.
Katsu Ishida, un moderno simbolista
Il critico d’arte Andrea Baffoni ha parlato in questi termini del Maestro di Osaka:
“Un moderno simbolista, ideatore di un tecno surrealismo dai contorni sfumati, che si esplicita nei colori grigi e sagome ammassate come anime in attesa di redenzione”.
L’opera di Harada, d’altro canto, s’incentra sulla rappresentazione colorata e delicata dell’infanzia attraverso gli occhi commossi della maternità.
Il giappone incontra Michelangelo
All’inaugurazione ha preso parte anche la prima cittadina di Caprese Marida Brogialdi, la quale ha espresso grande gioia per il risultato raggiunto: “Siamo estremamente felici di poter ospitare nel nostro piccolo Comune delle opere di artisti venuti da così lontano. Ringrazio tutti coloro che lo hanno reso possibile e spero che torneranno ad esporre nel nostro museo anche in futuro”.
A portare i saluti dei due pittori è stata la curatrice della mostra Yukari Kanahara, la quale ha ribadito la gioia di poter esporre i lavori dei due artisti in un posto così bello, carico di storia come il Castello di Caprese.
Il maestro Katsu Ishida dopo la laurea in Giurisprudenza dell’Università di Kyoto ha deciso di intraprendere un percorso nel campo della moda. Il suo debutto nel campo artistico avviene nel 2010 e riscuote grande apprezzamento, ricevendo ben undici premi in un solo anno. La sua opera più rappresentativa, Yura Yura, ha vinto il Grand Prix alla mostra del Museo di Asago nel 2010 e fa parte della collezione permanente della galleria locale. Nel 2019 Yurayura Moon entra a far parte della collezione di Papa Francesco in Vaticano. Nel 2014 ha regalato uno dei suoi quadri al Museo Casa Natale che ancora oggi è custodito nella biblioteca michelangiolesca.
“È un piacere per me, come artista, sperimentare la potenza di Michelangelo nel luogo in cui è nato – ha dichiarato il maestro Hishida dal Giappone–. Amo questo luogo e ne sento l’origine. Tra gli artisti del Rinascimento, Michelangelo è l’uomo del potere, Leonardo da Vinci è l’uomo della conoscenza e Raffaello è l’uomo della morbidezza. Mi piace perché il mio stile pittorico ha qualcosa in comune con il suo. Mi chiedo sempre cosa volesse raggiungere”.
Yuki Harada, le gioie e le ansie della maternità
Yuki Harada, si è formata come artista nel suo Paese, conseguendo il Dottorato di Ricerca della Graduate School of Art dell’Università di Kyoto. Il focus principale della sua opera sono le espressioni dei bambini, disegnate dall’artista in modo spontaneo e senza mediazioni, e possono essere catturate solo dagli occhi delle madri che partoriscono e nutrono. In un videomessaggio ha spiegato che il principale soggetto della sua mostra è la figlia, ritratta nei vari momenti della sua crescita per esprimere tutta la gioia, ma anche la preoccupazione, che si prova nell’essere genitori.
La pittura giapponese richiede un processo complesso e lungo e materiali artistici tradizionali come il sumi (inchiostro nero), il gofun (colori a base di conchiglie), i pigmenti minerali (pietre naturali frantumate), la foglia d’oro e la pittura giapponese. Questa complessità rea una texture unica. I dipinti tradizionali come il kachōfūgetsu (temi della natura) e bijinga (ritratti di donne) costituiscono il retroterra da cui Harada si muove per disegnare sua figlia.
L’inaugurazione non è stata priva di sorprese. Per ringraziare il Comune dell’accoglienza, Yuki Harada ha deciso di donare una delle sue opere, Soyokaze, alla collezione permanente del museo. Il titolo dell’opera, in italiano, è “Respiro”.
La mostra, nata da un’idea di Michelangelo Spadini, e realizzata in collaborazione con il Comune di Caprese Michelangelo, sarà visitabile da sabato 19 ottobre fino a sabato 2 novembre, senza alcuna maggiorazione nel biglietto.
Un incontro felice che è una vittoria per tutti. Una vittoria per una cultura italiana che sappia essere sempre più internazionale, per gli artisti del Giappone, ma soprattutto per il pubblico che potrà sentire vivo il Museo dove, quasi 550 anni fa, nacque Michelangelo Buonarroti.