
Politica e Società
Il fumetto che sfidò Dio
Il trentesimo anniversario di “Preacher”, l’opera di Garth Ennis
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Sono pochi i fumetti che possono cambiare la visione della lettura e dell’arte in generale. Questo perché ci siamo accorti solo molto tempo dopo la sua nascita che il fumetto, secondo il pensiero del critico francese Claude Beylie, poteva trovare un posto tra le cosiddette “belle arti” (quelle elencate dal critico Ricciotto Canudo).
Il fumetto da sempre ha occupato una parte importante della lettura per ragazzi, ma è lungi dall’essere limitato a tale ambito. Possiamo riflettere su un fattore non propriamente adolescenziale con la nascita di Superman, entrato in commercio nel ’38 al termine della grande depressione, che con il successo delle sue storie intrise di speranza e salvezza ha infuso un senso di riscatto e ottimismo negli Stati Uniti. Oppure Capitan America, noto personaggio della Marvel, nato dopo la Seconda Guerra Mondiale, esordendo in storie che avevano inizialmente un significato propagandista.
Con queste premesse capiamo fin da subito che il fumetto può destreggiarsi sia nelle letture quotidiane per bambini che in storie dalla velata profondità per adulti. Questa ambiguità però portò confusione nella vendita del fumetto e su quale storia fosse adatta al compratore casual e a quello più esigente.
LA STORIA DI VERTIGO
Vertigo non è altro che un marchio della casa editrice DC Comics. Nasce sotto la guida di Karen Berger e Janette Khan, le quali hanno necessità di diversificare le proposte della casa editrice proponendo storie più sofisticate, alternative e indirizzate a un pubblico adulto. Tutto ciò nasce perché era abitudine nella DC creare storie con infinite versioni degli stessi personaggi e che alla fine andavano in conflitto e in contrasto tra di loro, e questo portava grande confusione nella testa dei lettori. Janette con soli cinque anni di gavetta divenne una delle Editor in Chief più potenti della DC, incaricata per far ripartire la testata di Swamp Thing e cercare nuovi sceneggiatori per creare personaggi (non propriamente supereroi) e universi paralleli. In quel periodo, il 1984, nessuno poteva saperlo, ma queste due donne avrebbero cambiato i modi di concepire il fumetto americano: uno su tutti sarà l’assunzione di Alan Moore.
La più grande missione di Vertigo sarà quella di scontrarsi con uno dei più grandi spauracchi del fumetto americano: il Comics Code Authority, un codice che doveva rispettare delle normative di immagini e linguaggio all’interno delle storie a fumetto. Da ora in poi nelle nuove storie DC targate Vertigo sarà stampata l’avvertenza “Suggested To Mature Readers” e con i successivi vent’anni quel marchio non solo farà la storia, ma anche scuola.
L’ARRIVO DI UN PRECEDENTE
Siamo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta e la DC ha già pubblicato di storie come Watchmen, ma è proprio qui che inizia la Golden Age del fumetto per adulti. Le idee sono molteplici e nel tempo vengono assunti autori come Jamie Delano per Hellblazer – John Constantine, Warren Ellis per Transmetropolitan e The Authority e Neil Gaiman per “Sandman”. A Karen e Janette però interessa anche un altro autore: un certo Garth Ennis, irlandese, già collaboratore per John Constantine, e formeranno la squadra perfetta insieme al compianto fumettista Steve Dillon e il copertinista Glenn Fabry. Sarà proprio qui, che nel Febbraio del 1995, nascerà uno dei fumetti più blasfemi che gli anni Novanta abbiano visto e concepito: Preacher.
Preacher: ALLA RICERCA DI DIO
La ricerca di Dio non è mai stata così violenta, volgare e senza ritegno, ed è questa ricerca che ci racconta un’opera così popolare e cult del decennio. La più celebrata, e che è andata incontro anche ad un pubblico non abituato a certe immagini e parole graffianti. Come da titolo, il personaggio principale del fumetto è un reverendo di nome Jessie Custer che vive in una piccola cittadina sperduta nel Texas, nel profondo sud degli Stati Uniti. Una vita infame, dalla fede discutibile e circondata da una società ignorante, fino al punto di svolta: Jessie diventa l’ospite di una entità impossibile, Genesis, il figlio proibito di un angelo e un demone. Un ibrido tra il bene e il male, la cui forza può rivaleggiare con Dio in persona.
Questa unione darà a Jessie il potere del verbo e di comandare a suo piacimento chiunque lui voglia, sia con la voce di Dio che con la voce del diavolo. Con questa unione arriverà alla prova tangibile che Dio esiste veramente e che ha abbandonato il paradiso. Inizierà così il viaggio alla ricerca di Dio in compagnia della sua ex fidanzata Tulip e di un amico degenerato e alcolizzato, il vampiro Cassidy. Come da marchio di fabbrica dello scrittore irlandese Garth Ennis, che ci ha abituato con storie come The Boys, questa storia sarà ricolma di violenza, sesso, black humour, turpiloquio e profanità.
Con questi elementi si può pensare che si abbia a che fare con una storia dozzinale e gratuitamente volgare, ma in realtà Preacher nasconde un’anima drammatica, scandita da amore, dolore, amicizia, gioia di vivere e redenzione, lanciando anche messaggi sociali mettendo in discussione la religione stessa. Man mano che si va avanti, ci troviamo al cospetto della coppia, quella tra Jesse e Tulip, che sfocerà successivamente in una relazione tossica. Oppure il forte legame stabilito tra i due amici e il vampiro Cassidy, che con l’ego, i propri desideri e obiettivi arriverà a distruggere chi ha accanto.
Preacher è una storia che mostra che il compromesso, la consapevolezza di sé e l’onestà siano elementi fondamentali per creare i rapporti con gli altri. Quanto sono disposti questi personaggi a schiacciare il proprio orgoglio per preservare i rapporti che li legano? E quanto sono disposti a rispettare le scelte degli altri?
Lo sceneggiatore Garth Ennis non è mai stato un tipo titubante, e con questa storia è esplicito, diretto,senza fronzoli, e questo suo stile di scrittura e narrazione si riflette molto nella scelta di non aspettare per rivelare un segreto o un plot twist all’interno delle sue storie. Non c’è la scelta di stuzzicare il lettore per numerosi albi e creare riempitivi. Il grande pregio di Preacher è proprio questo, la qualità e la costanza, cose sempre più rare nelle pubblicazioni odierne.
L’empatia con il personaggio di Jessie Custer, che con le sue disgrazie e i suoi modi di fare, riesce a conquistare i cuori dei lettori che non conoscono questa storia. Jessie è qualcuno con cui fare una chiacchierata profonda sull’amore, sull’amicizia e sull’universo, ma è anche qualcuno che vorreste al proprio fianco per una birra e scazzottata al bar in vecchio stile western. Un personaggio che non è un eroe, ma che combatterà fino all’ultimo per i suoi ideali, e per riportare Dio sul trono a fare il suo dovere.
Il personaggio di Tulip invece, scritto divinamente, nel corso della sua storia viene ferito e traumatizzato e dovrà trovare la forza di rialzarsi e rimettersi in gioco. Il rapporto con Jessie è uno tra i più intensi mai raccontati nell’intero media, ed è qui per raccontarci che l’amore vero lo si può trovare nelle storie e nei luoghi più impensabili. Infine Cassidy, il vampiro immortale, è il personaggio con più carisma e l’amico perfetto. Amante dell’alcol e delle donne, è sempre pronto a dare una mano al nostro personaggio principale bevendo sangue.
In un’epopea che si rispetti ovviamente non mancano i villain, e qui troviamo almeno due personaggi che cercheranno di contrastare il cammino del nostro gruppo: Herr Starr, un soldato che fa parte del Graal, un’organizzazione religiosa. Questa figura sarà così ossessionata da Jessie che userà ogni suo pensiero folle per contrastarlo. Il Santo Degli Assassini, un angelo della morte che appare con l’aspetto da cacciatore di taglie del vecchio west. Un uomo dall’anima nera che neanche l’inferno accettò. Armato di due pistole, non manca mai il bersaglio e le armi degli uomini non funzionano su di lui. Un segugio perfetto che capisce solo la lingua della violenza anche se si dice che anche lui una volta abbia provato l’amore.
Parlando di Preacher non si può non menzionare Dio, l’onnipotente e il creatore di tutto. Egli nella storia appare molto poco, se non nelle battute finali dell’ultimo volume Alamo. Ennis ci regala un Dio patetico che deve scendere a lusinghe o minacce vuote per ottenere quello che vuole. Ossessionato dall’idea stessa dell’amore sarà inadatto per governare tutta la creazione. Per concludere, in Preacher si vede emergere una sottotrama con un altro personaggio: Arseface, un ragazzo che per imitare il suo idolo, Kurt Cobain, si spara in volto, non morendo, ma rimanendo sfigurato. Anche lui sarà alla ricerca di Jessie per una vendetta che però non avrà a che fare con la trama principale della storia.
GRAN FINALE
Trent’anni dopo Preacher racconta ancora lo scenario di un’America grottesca fatta di perversione, di parole che non si possono dire, temi che non si possono trattare e regole che non si possono infrangere. Personaggi memorabili ai quali solo dei creativi, Garth Ennis e Steve Dillon, hanno avuto il coraggio di dare vita, ricordandoci una lezione importante: quella di non avere vincoli o tabù.