Cinema

Alla ricerca del bacio perduto. La presenza sfuggente del gesto d’amore nel cinema

Troppi sono i film romantici che possiamo citare, eppure la potenza del gesto non può essere impressa su pellicola

A cura di

Ofelia Mura

Immagini di

artesvelata


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Una sera di fine estate seduta placida in un cerchio di amici ho chiesto ad alta voce: “Il bacio migliore nei film secondo voi qual è?”. Il Ciclone, Notting Hill, The Notebook mi hanno risposto.

Ma non volevo sapere il momento romantico preferito.

Voglio sapere se c’è un bacio a cui hai creduto davvero.

Nessuna corsa all’aeroporto o bacio a testa in giù nella pioggia.

Film con bellissime storie d’amore esistono, in tutti i generi, decenni e Paesi e le scene con baci e sesso fanno il loro dovere. Eternal Sunshine of the Spotless Mind, Fight Club (sì, è inutile che fate resistenza, è un film d’amore).

Ma mi chiedo se sia perché siamo abituati all’etichetta del cinema che non siamo distratti o disturbati dal fatto che manca inevitabilmente qualcosa, sempre.

Mi chiedo se cercare di catturare su pellicola un bacio, uno vero, sia equivalente a fotografare un fulmine quando fuori non ci sono nuvole.

Perché? Cosa c’è di intimo che sfugge, in un’arte dove tutto può essere catturato o ricreato?

Eppure di espedienti ce ne sono stati tanti, quante coppie di attori innamorati nella vita reale si sono baciati in un film? Puoi vedere la tensione, la chimica, l’odio o l’amore, come tra i protagonisti in Eyes Wide Shut, ma quando le labbra si sfiorano riesco a leggere la didascalia sulla sceneggiatura.

Onorevoli menzioni per Claudio Amendola in Mery per Sempre (1989) e Javier Bardem e Penelope Cruz in Prosciutto Prosciutto (1992) dove la passione mediterranea di sicuro traspare.

Gaspar Noé nel 2015 ha provato con Love, uno dei pochi film non a luci rosse in cui è stato apertamente ammesso che le scene di sesso siano effettivamente accadute.

Lars Von Trier con i due capitoli di Nymphomaniac ha creato un’opera meravigliosa, complessa e vera riguardante il sesso e le sue sfaccettature. Ma perché non sono marchiata a fuoco dai loro baci?

Proprio in Nymphomaniac la protagonista parla di come forse la sua unica colpa sia stata quella di aspettarsi colori più intensi dai tramonti. Forse il mio è lo stesso sentimento.

Forse la soluzione è nei baci dei vecchi film in cui l’uomo avvolge la donna come un mantello e spinge il suo viso su quello di lei come la pressa di Gutenberg per stampare il giornale del mattino. In quel modo teatrale il tacito accordo col pubblico funziona.

Nel cinema indiano hanno rimosso il problema alla radice non mostrando mai i baci per rispetto. Ma con noi non funzionerebbe mai.

Basti pensare al Nuovo Cinema Paradiso, dove vengono censurate tutte le scene di affetto dai film e il protagonista riesce a scoprirle solo alla fine in una delle scene più belle di sempre, pervasa dall’amore per il cinema e l’amore per la vita. Pezzetti di pellicola che capiamo esserci mancati come l’aria.

Forse solo Tornatore ci è riuscito veramente perché ha elevato e trasformato quei baci e quelle carezze alla realizzazione di ogni desiderio, nostalgia e giovinezza.

Forse immortalare un vero bacio in un film è come cercare di fotografare la Luna il sabato sera. O come quando baci qualcuno perché te lo indica una bottiglia. Forse i baci veri, quelli elettrici, sottopelle, sono rari anche nella vita reale, e così fragili che anche una lente li rovina, farfalle che quando le sfiori non sanno più volare.

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